INFO Campagna è un comune italiano di 16.532 abitanti della provincia di Salerno in Campania.
Situata nel comprensorio Zona Sele, in una valle dei Monti Picentini, ad un'altitudine di 270 metri s.l.m., è stata per secoli il principale centro economico, amministrativo e religioso della piana del Sele.
Il territorio comunale, 135,41 km² il maggior comune della provincia di Salerno per superficie, è un penepiano dei Monti Picentini composto da tre aree:
Comprensorio montano: completamente montuoso e ricadente nel Parco regionale Monti Picentini, comprende il Centro Storico, posto a 280 m s.l.m., in una conca alla confluenza della valle del Tenza con quella del fiume Atri, fra il monte Ripalta (1.014 m s.l.m.) e il Monte Calvo (1.333 m s.l.m.), in una vallata utilizzata in parte per colture orticole, e nella valle del Tenza è anche presente il piccolo abitato di Avigliano (552 m s.l.m.). Un'altra valle è quella del Trigento, completamente boschiva e priva di insediamenti. La restante parte montuosa, culminante col Monte Polveracchio (1.790 m s.l.m.), è coperta da boschi cedui, da castagni e faggi. Altre cime montuose sono il Monte Nero (1.142 m s.l.m.), il Monte Raione (1.014 m s.l.m.), il Monte Costa Calda (1.166 m s.l.m.), il Monte Molaro (1.210 m s.l.m.) e il Monte San Salvatore (1.073 m s.l.m.). Del comprensorio montuoso fa anche parte un tratto del fiume Tusciano.
Zone Alte: area collinare popolata dai centri abitati di Serradarce (318 m s.l.m.), Puglietta (363 m s.l.m.), Romandola-Madonna del Ponte (188 m s.l.m.), Camaldoli (375 m s.l.m.), Oppidi-Varano (250 m s.l.m.), Folcata (355 m s.l.m.), San Zaccaria e Vallegrini. Ricca di uliveti (produzione olio DOP Colline Salernitane), è attraversata dal Trigento e dall'Acerra e delimitata a sud dal fiume Sele la cui sponda fa parte della Riserva naturale Foce Sele - Tanagro e a nord dai Picentini;
Zone Basse: è un'area parzialmente pianeggiante, di origine alluvionale formata dai fiumi Sele e Tenza, delimitata a ovest dal torrente Barbieri, a nord dal Monte Ripalta a est dal Tenza e a Sud dal Sele. Comprendente gli abitati di Quadrivio (191 m s.l.m.), Galdo (146 m s.l.m.), Mattinelle (109 m s.l.m.), Santa Maria La Nova (243 m s.l.m.), Pezzarotonda, Ponte Barbieri, San Vito, Rufigliano e San Paolo, è caratterizzate da una crescente densità abitativa, da culture irrigue a carattere intensivo, allevamenti bovini e insediamenti di piccola industria.
Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM. 3274 del 20/03/2003
La stazione meteorologica più vicina è quella di Contursi Terme. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +6,9 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +24,5 °C
Il nome Campagna deriverebbe dalla contrazione della dicitura finibus Campanie usata fino ai primi anni dell'XI secolo per identificare, in documenti pubblici, i territori posti presso il fiume Sele, al confine con la Campania. In un documento del 1056 si cita per la prima volta un castellum Campanie.
Notizie dell'abitato si hanno a partire dal IX in epoca longobarda. Diventato successivamente feudo dei normanni, il suo castello, Gerione, acquisì importanza diventando uno dei castra exempta amministrato direttamente da Federico II di Svevia.
Nel 1545 venne fondata la prima tipografia dell'attuale territorio salernitano, da Giovan Antonio De Nigris e Marco Fileta Filiuli nel Palazzo Tercasio. La produzione di testi proseguì fino al 1673.
Già capoluogo di distretto del Regno delle Due Sicilie, con l'unità d'Italia divenne capoluogo di circondario e sede di distretto militare. Con l'avvento del fascismo due sue ex strutture conventuali vennero adibite a campo di concentramento per ebrei. L'importanza ottenuta nei secoli precedenti, lentamente andò scomparendo a causa della sua posizione geografica.
Colpita dal terremoto dell'Irpinia, la città subì gravi danni a tutti gli edifici. I principali edifici storici vennero irrimediabilmente danneggiati ed alcuni vennero abbattuti. La ricostruzione ha alterato notevolmente anche l'antico tessuto viario.
Stemma: d'azzurro, alla campana d'argento, con corona duplice foro, sormontata dalla corona radiata, d'oro, di cinque punte visibili, e accompagnata sui fianchi, dalle lettere maiuscole C e A, d'oro. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole, d'oro, CIVIUM AMOR.
Gonfalone: drappo di colore bianco ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma del Comune con l'iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della città . Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto bianco con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome.
Elenco luoghi ed edifici di Campagna Centro storico. Per la restante parte del territorio, si vedano le singole frazioni e località .
La vicenda non è ancora molto chiara riguardo alla sua architettura ma pare, secondo quanto afferma il Vasari nelle "Vite", che vi abbia soggiornato Giulio Romano, l'allievo prediletto di Raffaello Sanzio, ri-disegnando urbanisticamente la città e alcuni palazzi nobiliari al tempo di Melchiorre Guerriero segretario dei papi Leone X e Clemente VII..
Palazzo di Città (XIII secolo), ex convento agostiniano fatto erigere nel trecento e rimaneggiato nel cinquecento. Attuale sede dell'amministrazione comunale presenta, fra le parti di notevole pregio, un chiostro con fontana monumentale e volte affrescate.
Palazzo Ducale (1694), edificato da Nicola Pironti (1654-1726), primo Duca di Campagna nel quartiere Zappino, di fianco alla chiesa del Ss. Salvatore. L'edificio, di forma quadrangolare, si sviluppa su tre livelli con un cortile centrale rettangolare. La facciata presenta sei finestre su ogni piano, due fondachi al piano terra e un portale in pietra. Nel cortile vi è una fontana con un mascherone in pietra e, laterali all'accesso della scala, due tondi scultorei raffiguranti delle teste. A seguito del sisma del 1980 la struttura è stata completamente restaurata.
Palazzo Tercasio (XIV secolo), posto a ridosso del fiume Tenza, si affaccia su Piazza Melchiorre Guerriero. Palazzo nobiliare dei conti Tercasio, nella seconda metà del Cinquecento fu ingrandito e trasformato in monastero francescano dedicato ai SS. Filippo e Giacomo, rimanendo attivo fino al 1866. La parte più antica dell'edificio è quella compresa fra il chiostro e la piazza. La facciata su piazza Guerriero, oggetto di numerosi rimaneggiamenti, è costituita da due corpi distinti: quello della cappella, e quello del convento che riecheggia la struttura di una torre. L'ingresso della cappella è caratterizzato da un basamento lapideo definito da una cornice cui si collega il portale di ingresso. L'ingresso del monastero invece presenta il portone di ingresso racchiuso in una cornice. La parte posteriore dell'edificio è articolata intorno al chiostro, che presenta su ogni lato sei arcate a tutto sesto in pietra, impostate su colonne poggianti su un basamento analogo a quelli usati nel Palazzo Municipale. Sede del Distretto Militare prima, dopo la soppressione fu adattato in Istituto Magistrale. In seguito al sisma del 1980 un'intera ala del cortile è crollata.
Palazzo Maffey si trova nella parte alta della Città . Il grande portale con arco a tutto sesto contornato da grandi bugne e sormontato dallo stemma e da un grande balcone. Il palazzo risalirebbe all'inizio del XVII secolo. La famiglia Maffey venne a Campagna a seguito del marchese Caracciolo nel 1640 con il conte Lelio Maffey quale governatore. Lo stemma familiare è presente nel soffitto dell'ampio portone d'ingresso del palazzo.
Palazzo dei Governatori dei Principi di Monaco (XVI secolo), edificio posto nelle vicinanze di Piazza M. Guerriero, sede del Governatore nominato nel periodo del Marchesato dei Grimaldi. Di stile barocco, nell'atrio interno, a cui si accede da via Seminario attraverso un portone in pietra finemente lavorato, è ancora ben visibile lo stemma dei Grimaldi di Monaco e dei Landi Principi di Val di Taro.
Palazzo Rivelli (XIV secolo-XVII secolo), sorge in via Dony Rocco nel quartiere Casalnuovo. Edificato verso la fine del Quattrocento, si presenta finemente restaurato. Di forma quadrangolare, si sviluppa su quattro piani e al suo interno vi è un cortile lastricato in pietra calcarea bianca su cui si affacciano logge arcate, una scala in pietra e stucco con volte a botte al cui centro circonda un pozzo. Secondo la Soprintendenza, scambiandolo con il vicino ex convento della Concezione, è nato come ospizio per giovani donne di modesta estrazione sociale per educarle secondo la regola del Terzo Ordine Francescano, fra il 1867 e il 1872 venne adibito a caserma militare, poi adattato a fabbrica per la lavorazione di sigari fino al XIX secolo. anche se ci sono molti dubbi in quanto il palazzo fu abitato dalla famiglia Rivelli sicuramente tra il XVIII e gli inizi del secolo XX.
Palazzo Pastore-Alinante (XVI secolo), situato in via Giudeca, di fianco alla basilica, è stato restaurato dopo il terremoto mantenendolo quasi intatto. Posto su tre livelli, di stile barocco-neoclassico, al suo interno ha una cisterna, una scala sostenuta da pilastri ed una fontana parietale.
Palazzo Bernalla (XIV secolo), posto in via San Bartolomeo, fu proprietà dei marchesi Bernalla. Di stile rinascimentale, presenta un atrio su cui si affacciano, su due livelli, colonne ed arcate in pietra e una fontana barocca con delfini. Il basamento d'ingresso del cortile è quello originale: si compone di piastrelle in cotto poste a spina di pesce.
Palazzo Trotta (XVI secolo), è stato edificato di fianco alla chiesa del SS. Salvatore nel quartiere Zappino. Le prime notizie dell'edificio risalgono al XVI secolo, di proprietà dei Trotta, nobili conciatori di pelli. Nella seconda metà dell'Ottocento passò alla famiglia Rivelli che posero, sulla facciata, una lapide indicante il vanto di un'ascendenza con la famiglia Guerriero.
Palazzo Cervone (XVII secolo). Su largo della Memoria, si distingue per il bel portale bugnato sovrastato dallo stemma in marmo; l'interno per le sue linee architettoniche, per l'affresco nella volta dell'atrio, la fontana neoclassica e la peschiera del cortile. Per via di successione appartenne ai De Vargas Macciucca principi di Migliano.
Il Castelletto di Via Madonna delle Grazie, edificato sotto il ventennio fascista, ubicato ai margini della città sulla costa alta degli affluenti fiumi Atri e Tenza, che guarda alle due vie e prima del ponte nuovo. Si racconta che fu sede in loco, di casa dì appuntamento legalizzata. Come tutte le case in Italia, dopo l'abolizione della legge Merlin, smise tale utilizzo al servizio della comunità locale e dei comuni viciniori dell'intero territorio.
Castello Gerione, (X secolo), fu edificato intorno all'anno mille. Situato sulla collina del Girolo ne segue l'andamento orografico a forma di fuso. Ridotto ormai a rudere sono ancora visibili i resti della torre principale a pianta quadrata, due corti separate da un ponte levatoio, alcune volte a crociera ed altre a botte, alcune cisterne, resti del palazzo signorile e resti delle mura esterne con una torre intermedia. Raggiungibile solo a piedi, dalla sommità della collina si può ammirare un panorama sull'abitato sottostante e su parte della piana del Sele.
Castello de Alegisio (X secolo), ruderi di edificio longobardo, documentato a partire dal 1164, posti su una rupe rocciosa del monte Ripalta. Sono ancora visibili parte di una torre in pietre calcaree irregolari.
Basilica concattedrale di Santa Maria della Pace, è composta da tre luoghi di culto:
Cappella della Beata Vergine del Carmelo (Già S. Maria della Giudeca, originaria del 1112)
Soccorpo (1564-1634)
Basilica concattedrale (iniziata nel 1634, consacrata nel 1683)
Palazzo vescovile (XVIII secolo), realizzato di fronte all'attuale palazzo municipale, oltre ad essere stata la dimora di alcuni vescovi, nel piano terra vi fu impiantata una delle prime tipografie del Regno di Napoli.
Chiesa della SS. Annunziata (XIII secolo), è parte dell'attuale palazzo municipale ed è stata parzialmente demolita a seguito del terremoto del 1980. Tuttora in fase di ricostruzione, della struttura originaria conserva solo due archi della navata, l'abside e molti degli arredi interni di pregevole fattura fra cui la pala di S. Maria della Cintura con S. Agostino e S. Monica opera di Michele e Francesco Curia, l'Ecce Homo, la tela di S. Gaetano, il Crocifisso, S. Nicola, S. Biagio, le reliquie di S. Serafino e di S. Vito martire e la statua di S. Liberato Martire. Di recente, nel corso di alcuni saggi, sono venute alla luce, nella zona absidale, tracce di affreschi trecenteschi.
Chiesa di S.Giovanni (XVI secolo), posta su c.so Umberto I fu edificata prima del XVII secolo. Essa è costituita da una facciata in parte manierista e in parte barocca. L'edificio è di piccole dimensione ed è coperta da una cupola. L'interno, finemente abbellito da stucchi, presenta tre nicchie simmetriche poste sui muri. Vi si conservano le statue di S. Giovanni Battista e S. Emidio (sec. XVII) e S. Sofia (sec. XV).
Chiesa del Santissimo Salvatore e Sant'Antonino (XI secolo), citata in un documento del 1168. Dal 1258 ospita la colonna taumaturgica di Sant'Antonino abate ceduta dall'abbazia di Santa Maria La Nova. Nel XVI secolo subì una totale modifica (inversione della facciata) a seguito della costruzione del Palazzo Ducale. Presenta tre navate divise da cinque colonne in pietra con capitelli dorici.
La chiesa di San Bartolomeo
Chiesa ed ex Convento Domenicano di San Bartolomeo (XIV secolo), convento domenicano fondato all'inizio del Quattrocento nell'omonimo quartiere. Soppressa la destinazione monastica, venne usato durante il fascismo come campo di concentramento per ebrei tedeschi e polacchi. L'edificio claustrale si eleva su tre piani con chiostro centrale. Fra il 1571 e il 1572 vi compì il noviziato Giordano Bruno. Attualmente ospita l'Itinerario della memoria e della pace, una mostra permanente di pannelli fotografici riportanti documenti e foto attinenti alla Shoah in genere e alla permanenza degli ebrei durante il secondo conflitto mondiale, completata con la ricostruzione di una stanza degli internati e della sinagoga. La Chiesa, di forma rettangolare, è quasi priva di decorazioni a causa dei numerosi restauri; conserva un soffitto cassettonato completamente lavorato e dorato della prima metà del XVIII sec al cui interno vi sono delle tele della scuola del Solimena; un altare in legno bagnato in oro, magistralmente lavorato, del XVII sec, che conserva al suo interno un crocifisso vestito e velato del XIV secolo. Vi officiano due confraternite: l'una del SS. Nome di Dio e Crocifisso (1594), l'altra del SS. Rosario (1572).
Monastero di San Cataldo (XII secolo), situato in località Romanella, nei pressi della Chiesa della Concezione, sulla strada carrabile, di Via Ponte Dauli che porta alle pendici del Casello aragonese "Gerione", e fu un cenobio sorto nel XII secolo. Attualmente allo stato di rudere, è ancora visibile parte del presbiterio della chiesa.
Ex Seminario arcivescovile di S. Spirito (XV secolo), edificato nella metà del Cinquecento, fu destinato a convento delle Clarisse e poi a seminario arcivescovile. Composto dalla chiesa del Santo Spirito, realizzata al posto della chiesa della SS.Trinità , precedentemente abbattuta, su progetto di Giuseppe Astarita e dal monastero, ospita attualmente la biblioteca diocesana e il museo della confraternita di S. Maria del Soccorso, sito nelle catacombe.
Ex Monastero della Maddalena (XIV secolo), situato nel quartiere Zappino, si affaccia su Largo Maddalena. In origine Palazzo De Risis, nel Cinquecento fu trasformato in un complesso conventuale. Nel corso dell'Ottocento l'edificio fu destinato a diversi usi che ne accentuarono il progressivo degrado. Nel periodo borbonico vi furono sistemate le carceri in cui erano rinchiusi i carbonari. Con l'unità d'Italia, nei piani superiori vi furono istituite le scuole elementari e in quelle inferiori, restò l'uso delle carceri, in cui venivano rinchiusi i cosiddetti "briganti". In un'ala del piano terra, raggiungibile da due gradini, si trovava il "Teatro Parrocchiale di Sant'Antonino", oggi adibito a deposito. Fino agli anni 60 e 70, le carceri ospitarono normali cittadini accusati di furto e di illegalità varie consumate ai danni della comunità . Dopo la guerra fu adibita a varie attività . Alla fine degli anni 70 fu sede di "Radio Campagna Antenna uno", ed oggi, dopo i lavori di restauro a seguito del terremoto del 1980, ospita di nuovo le scuole elementari. Dell'impianto originario è rimasta la sola facciata.
Ex Chiesa e convento degli Osservanti della Concezione (XV secolo), ubicato nel quartiere Casalenuovo, ridotto a rudere, è stato demolito nel 1987, pur salvandosi dalla scossa del terremoto del 1980 e da una frana causata a seguito di un intervento tecnico che doveva salvaguardare il terreno sottostante. Durante il periodo fascista fu destinato, insieme al convento di S. Bartolomeo a campo di concentramento per ebrei deportati di sesso femminile. Attualmente l'arcata del chiostro è stata ricostruita come ricordo del cinquecentesco edificio, e sono in atto lavori di recupero dell'area attigua ai ruderi.
Il Santuario della Madonna d'Avigliano
Santuario della Madonna di Avigliano con ex Convento dei Frati Francescani (1377), situato in loc. Avigliano è un complesso religioso composto dalla chiesa, dal convento e da un parco.
Ex Abbazia Benedettina di Santa Maria La Nova (1220), ubicata nell'omonima frazione è composta da un chiostro d'ingresso (XIII secolo), la chiesa (XVIII secolo), un chiostro piccolo (XVI secolo), un vano scale (XVI secolo) e il refettorio con celle.
Ex Monastero di San Martino (XVI secolo), ex convento dei Frati minori cappuccini, in località Folcata, realizzato su uno sperone roccioso all'ingresso della finestra tettonica del fiume Tenza. Il complesso religioso, da alcuni anni è soggetto a lavori di restauro (molto discutibili, per non dire inappropriati, soprattutto nella zona ricostruita, intonacata e pitturata).
Eremo di S.Erasmo e S.Giacomo degli eremiti (1192), chiesa-monastero benedettino ormai rudere, posto in una grotta a 720 m di altitudine sul versante orientale del monte Ripalta.
Eremo di San Michele di Montenero, Piccolo cenobio benedettino contenuto nel cavo di un'altissima rupe posto a circa 1000 metri di altezza nella valle del Trigento.
Eremo camaldolese di S. Maria Domenica (XVI secolo), fondato dai camaldolesi di Napoli e dedicato a Santa Maria Domenica, martire cristiana sotto Diocleziano uccisa, secondo la tradizione, nelle vicinanze.
Cappella/Chiesetta della Madonna delle Grazie, situata nell'omonima via.
Cappella di Santa Lucia, situata nell'omonima via.
Cappella votiva della Madonna di Avigliano, in Via Piè di Zappino, a pochi metri prima della Porta ad Arco, antico ingresso della città .
Cappella privata (ex proprietà famiglia Nuzzolo, da risanare) della Madonna d'Avigliano, ubicata sull'antico sentiero (località Avigliano 2°) che dal centro storico, salendo per la Concezione, portava a piedi centinaia di pellegrini, al Santuario di Santa Maria di Avigliano-Ex Convento dei frati Francescani (sec. XVI), durante la quindicina (dall'1 al 15 di agosto di ogni anno) dedicata alle festività della patrona di Campagna.
Cimitero comunale (1878), realizzato in località Calli a circa 4 km dall'abitato, è dotato di una cappella realizzata su una preesistente dedicata alla Madonna della Neve.
Fontane pubbliche:
Fontana della Giudeca
Fontana della Giudeca (1634) in Via Giudeca
Fontana di Sant'Antuono (1634) di Via Roma-Largo Nassiria (ricostruita in piccolo, tra il 2000/2002, l'antica fontana del 600/700, abbattuta negli anni sessanta
Fontana di S.Lucia (1600) in Via Santa Lucia
Fontana della Cortiglia (XVII secolo), in Via San Bartolomeo
Fontana della Parrocchia (XIX secolo), situata in Via San Bartolomeo, era abbellita con capitelli d'epoca normanno-sveva trafugati in epoca recente.
Fontana della Chiena (1982-1994), realizzata con reperti in pietra e terracotta del dopo-sisma del 1980, in Piazza Guerriero
Fontana della Trinità (2003-2004)-(ex Lavatoio pubblico abbattuto dopo il terremoto del 1980), di anonimo, in Via TrinitÃ
Altri segni antichi e moderni:
La Porta ad arco in Via Piè di Zappino, ingresso principale alla città antica (da risanare completamente, mediante restauro conservativo, unitamente alle mura esterne e interne (in pietra a faccia vista) di contenimento, sulla lunga e antica rampa medievale, pavimentata con pietre di fiume, che porta a Zappino, il secondo quartiere, sorto dopo l'anno mille.
il Calvario (1600), in Via San Bartolomeo, ultime case dell'antico quartiere, inizio sentiero per il Castello Gerione;
le Carcare - costruzioni caratteristiche in pietra, che venivano usate per produrre calce per l'edilizia e altri usi. Nelle immediate vicinanze del centro abitato, se ne possono ammirare tre: la prima (molto ben visibile) sulla via alta che porta in località Cappuccini e Piazza d'Armi, subito dopo la Cappella di Sant'Antonino e prima della "Pietra Spaccata"; la seconda sulla strada iniziale di Via Madonna delle Grazie per San Leo, in uno dei sentieri che portano in alta montagna (zona ex mattatoio comunale), la terza si trova nella via bassa che porta a San Vito, prima della salita verso il Quadrivio e in direzione autostrada del sole, luogo chiamato "Jesus". Entrambe queste ultime, sono coperte da vegetazione.
Ponte dei Preti: edificato nella prima metà del Cinquecento a seguito della costruzione della cattedrale.
Ponte di piazza Guerriero: eretto nel Cinquecento, è uno dei principali simboli di Campagna e riportato su cartoline postali. Nel muro di sinistra del ponte è incastonata un'epigrafe romana riportante la seguente dicitura "N(UMERIUS) AIVS SVCCESSVS AUGUSTALIS NUCERIAE MARCIAE MEROAE COIVGI ET SIBI CUM QVA VIXIT A. LIII".
Monumento ai caduti, largo Sant'Antonio
Monumento ai carabinieri Fortunato Arena e Claudio Pezzuto, decorati con medaglia d'oro al valor militare.
Memoriale del bombardamento del 17.09.1943, Largo della Memoria.
Statua di Sant'Antonino Abate (1982) di artigiano anonimo, ubicata in largo Giulio Cesare Capaccio
Bassorilievo di Giovanni Palatucci, ubicato in piazza Teatro.
Bassorilievo del vescovo Giuseppe Maria Palatucci, di Nino Aiello ubicato sulla facciata dell'Episcopio, in corso Umberto I.
il Buon diavolo (durante un laboratorio nell'edizione 1987 della Rassegna dell'Acqua-La Chiena-Ambiente come Scultura) di Antonio Pierro, ubicato sulla sponda destra del fiume Tenza, in località detta "Sorgente delle Chiaviche".
la Fontana della Chiena (1982- durante un laboratorio-cantiere, nell'edizione 1994 della Rassegna dell'Acqua), di Angelo Riviello, con reperti in pietra e terracotta del dopo-sisma del 1980, ubicata in piazza Guerriero.
il Pesce-Lupo (2006 - durante un laboratorio-cantiere, nell'edizione della Rassegna dell'Acqua), di Peter Fraefel (Svizzera), collocato nel fiume Tenza, nella cascata sotto il ponte in pietra di piazza Melchiorre Guerriero.
Di valore antropologico, e oggetto di vari studi, e anche di un reportage fotografico di Ferdinando Scianna, è il Tempio del Beato Alberto, un luogo di culto di rito cattolico ma non ufficiale, ubicato a Serradarce.
Di enorme valore antropologico-religioso è la Colonna Taumaturgica di Sant'Antonino (d'epoca normanno-sveva), il liberatore degli ossessi, la cui leggenda religiosa vuole che il santo abate benedettino, si facesse flagellare dal demonio, dopo essersela portata dietro dall'Abbazia di Montecassino dove compì il noviziato, per resistere alle sue tentazioni. La Colonna si venera nella Chiesa del SS. Salvatore e Sant'Antonino in Largo Giulio Cesare Capaccio, nell'antico quartiere di Zappino. Molti sono stati gli indemoniati graziati dal Santo Abate, nei secoli fino ad oggi.
Oasi naturale del Monte Polveracchio
Oasi naturale di Persano
Riserva naturale Foce Sele - Tanagro
"Chiatrone": Tratto del fiume Tenza che, nei periodi estivi, viene usato come luogo di balneazione. È raggiungibile attraverso un percorso turistico-pedonale che parte da via C. Cesarano e un altro da piazza M. Guerriero.
"Sciumare e Chiatrella": due tratti nello stesso luogo del fiume Atri che fino alla fine degli anni settanta venivano frequentati per la balneazione estiva. Il primo da gente matura e il secondo dai bambini e adolescenti che volevano imparare a nuotare. Dopo il terremoto del 1980 è andato in disuso con interventi abusivi nel sito tra le due sponde e riempito, sempre abusivamente senza nessun controllo da parte degli enti preposti, di materiale edile di risulta durante la ricostruzione nelle zone alte adiacenti. Il luogo in località "Vignola", è raggiungibile da Largo Giulio Cesare Capaccio fino a raggiungere il ponte di Via Atri e dalla Via per San Leo fino ad imboccare il sentiero che porta direttamente alla Vignola. Da oltre 30 anni, i cittadini che hanno memoria, aspettano una bonifica da parte dell'Istituzione locale.
Sentiero Giustino Fortunato: percorso naturalistico lungo 42 km che collega il centro storico ad Acerno, attraversando le località Avigliano e Cerreta, superando il valico Cancello di Sinicolli e costeggiando la vetta del monte Polveracchio.
Grotta dei briganti con due ingressi: cavità naturale rivestita in muratura grezza (calce e pietra), con feritoie irregolari lungo tutta la facciata, posta a 280 m s.l.m. circa, sul versante settentrionale del monte Ripalta, nella valle dell'Atri, a ridosso del quartiere Zappino, da cui è raggiungibile con un breve percorso turistico-pedonale. Per molti anni è stata murata e resa inaccessibile.
Grotta di San Michele "Eremitaggio in Montenero" di Campagna
Grotticella sulla strada di Campagna
Grotta dei Cappuccini di Campagna
Grotta di San Giacomo "Eremitaggio sul Monte Sant'Elmo", sul versante ebolitano.
"Rassegna Internazionale dell'Acqua" - Le Porte dell'Arte - Le Porte dell'Acqua, nei siti storici pubblici e privati, di ex Palazzi nobiliari ed ex botteghe artigiane del centro storico-antico - (una rassegna multidisciplinare e multimediale, con laboratori site specific, dal 1985 al 1994, ripresa nel 1997,e poi di nuovo interrotta, per mancanza di fondi non preventivati dall'Ente locale).
"'A secchiata", tutti possono prendere a secchiate chiunque capiti loro a tiro.
"Chiena" - "Palo della cuccagna nell'acqua", "Tiro alla fune", "Corsa nei sacchi", "Corsa nelle carrozzelle" e altri giochi legati all'acqua
"Chiena Acqua Drink", passeggiata nell'acqua del fiume lungo il corso principale della città .
"Chiena Jazz Festival ", festival di musica jazz (dal 2009 interrotto per mancanza di fondi).
"Portoni ghiottoni": itinerario turistico-gastronomico del centro storico, in cui palazzi storici di maggior pregio vengono aperti al pubblico ed utilizzati per la preparazione e la degustazione di prodotti locali.
"I fucanoli" (falò): si tengono il 17 gennaio, festa di Sant'Antonio abate; l'evento consiste, appunto, nell'accendere fuochi nelle piazze (usanza comune un po' in tutta Italia). La festa è articolata da un triduo religioso, seguito da una processione lungo le vie cittadine. I fuochi pirotecnici annunciano la fine della celebrazione religiosa con il rientro della statua e l'inizio della festa popolare. Nel frattempo i rioni, che hanno accatastato la legna per i “fucanol'“ (i falò), si preparano a organizzare succulenti pietanze tradizionali; abbondanti arrostite di carni sono accompagnate da vini tipici locali, guidati da musiche e balli tradizionali.
Sagra del castrato al ragù: si svolge nel periodo estivo nella frazione di Serradarce.
Antichi sapori contadini: si svolge in località Santa Maria La Nova.
Premio Il Gerione: dal 2005 il Comune di Campagna organizza una rassegna nazionale di scuola & teatro intitolata Il Gerione.
Rassegna Internazionale dell'Acqua (interrotta per mancanza di fondi).
La Guerra dei colori, nel fiume Tenza sotto la Cattedrale (1ª edizione 2008): due squadre si affrontano in una battaglia sfrenata fino all'ultima goccia di acqua colorata. L'edizione 2011 non ha avuto luogo, per assenza di fondi pubblici.
La Città , sede prestigiosa di arcidiocesi vescovile, della quale era natio il nobile Melchiorre Guerriero, molto bene inserito in epoca rinascimentale tra i poteri e i potenti della curia romana, fu ridisegnata nell'urbanistica da Giulio Romano (allievo e collaboratore di Raffaello Sanzio alla realizzazione degli affreschi nelle Stanze del Vaticano), a cavallo tra il 1518 e il 1520, secondo il Vasari, nelle sue "Vite", come riportato nella versione integrale della casa editrice Newton, menzionando e definendo la Civitas Campaniae (la Città di Campagna), unitamente al centro storico di Napoli e di Pozzuoli, "..come una delle meraviglie antiche..). Si presume, che il nobile Guerriero avesse intenzione di invitare nella Civitas, Raffaello Sanzio. Il maestro essendo in primis il responsabile dei lavori al Vaticano e di conseguenza molto impegnato, delegò il suo allievo e collaboratore (il grande Giulio Romano, pittore e architetto) che ne prese degnamente il suo posto.
La città di Campagna è stata riconosciuta come un comune a prevalente Economia Turistica. I principali attrattori turistici sono: il centro storico, oltre che ai monumenti storici e religiosi, riconosciuta come una delle porte di ingresso al Parco regionale dei monti Picentini; l'oasi naturale del monte Polveracchio; l'oasi naturale di Persano.
Il comune fa parte della Comunità montana Tanagro - Alto e Medio Sele.
Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino interregionale del fiume Sele e all'Autorità di bacino regionale Destra Sele.
Per quel che riguarda la gestione dell'irrigazione e del miglioramento fondiario, l'ente competente è il Consorzio di bonifica in Destra del fiume Sele.
La gestione del ciclo dell'acqua è affidato all'ATO 4 Sele.
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