sto qui AVELLINO - LOCATION - REGOON.COM


AVELLINO


  • TYPE
    OPEN AIR
  • WEBSITE
    http://www.comune.avellino.it/
  • ADDRESS
    Avellino - Avellino - 83100 - Avellino - CAMPANIA
  • INFO
    Avell'ino in dialetto avellinese, Abellinum in latino) è un comune italiano di 55 205 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Campania.
    Situato nella parte più pianeggiante della cosiddetta conca avellinese, una grande valle di origine vulcanica dell'Appennino Campano, Avellino è circondato ad est dal Monte Tuoro (situato nel territorio di Chiusano di San Domenico), a sud-est dalla catena montuosa dei Picentini (nei pressi di Serino) e a nord-ovest dal maestoso massiccio del Montevergine, che raggiunge un'altitudine massima di 1 493 metri e sovrasta i comuni di Mercogliano, Ospedaletto d'Alpinolo e Summonte. A occidente la catena appenninica raggiunge altitudini inferiori (Monte Esca 872 m, Monteforte Irpino, Faliesi 955 m nel comune di Contrada), fino a raggiungere altezze collinari nel versante sud (il confine qui è la collina sulla quale sorge Aiello del Sabato, 425 m). La città è attraversata da il Rigatore, il San Francesco ed il Fenestrelle, affluenti del Sabato, corsi d'acqua oggi molto impoveriti ed in parte interrati.

    I dintorni del centro urbano sono rigogliosi di vegetazione: prevale la coltura della nocciola.
    Il clima di Avellino è di tipo temperato, risente dell'influenza del Mar Tirreno, ma ha tratti sensibilmente più continentali della Campania costiera. Secondo la classificazione di Köppen rientra nel tipo mediterraneo. L'assenza di grosse barriere montuose in senso nord-sud favorisce l'afflusso di correnti ora caldo-umide di Libeccio e Scirocco provenienti dal golfo di Salerno (distante solo 28 chilometri), ora fredde e secche di Bora. Nel dialetto locale queste situazioni vengono tradizionalmente definite rispettivamente con le espressioni "vient'e mare" e "vient'e terra" (vento di mare e vento di terra). L'inverno dura da dicembre a fine marzo, è fresco e piovoso, con una temperatura media del mese più freddo di circa 7 °C. A giornate miti e piovose, si alternano giornate, spesso asciutte,con le temperature prossime allo zero. Le nevicate sono un fenomeno che ha cadenza quasi annuale, ma con accumuli modesti nel centro cittadino, un po' più significativi nelle zone collinari circostanti. Non sono mancati, tuttavia, eventi eccezionali come quello accaduto nella notte del 3 febbraio 2012, quando sono caduti nel centro di Avellino oltre 50 cm di neve.

    Va comunque precisato che la particolare conformazione morfologica del territorio fa sì che ci siano differenze di temperatura e piovosità relativamente significative anche nel raggio di pochi chilometri; ad esempio la zona occidentale della conca, quella più a ridosso della catena del Partenio (ad Avellino i quartieri di "Valle" e "Serroni"), presenta una piovosità più alta, le nevicate sono più copiose, i temporali estivi sono più frequenti, ma l'escursione termica è minore, con estati più fresche (raramente si superano i 32 °C). In questa zona, grazie all'altitudine e all'esposizione a sud, l'aria è più secca e sono pressoché assenti nebbie e foschie. La zona sud-orientale, quella che comprende il centro cittadino e il limitrofo comune di Atripalda, essendo adagiata in un fondovalle presenta escursioni termiche, sia giornaliere che annuali, più marcate; il fenomeno dell'inversione termica, che si verifica soprattutto in autunno-inverno in condizioni di tempo stabile e assenza di vento, fa sì che in questa zona le temperature minime siano mediamente più basse rispetto a quelle delle zone più alte, ed è causa di nebbie e foschie nelle ore più fredde della notte. La piovosità è comunque più bassa (specie in primavera-estate), essendo questa la zona più lontana dalle catene montuose.

    Le stagioni intermedie sono brevi, e presentano una spiccata variabilità. L'estate vera e propria va da giugno a settembre, tuttavia nei mesi di maggio e ottobre si sono raggiunti spesso i 30 °C. Questa è una stagione calda e assolata, con una temperatura media in luglio e agosto (i mesi più caldi) di circa 25 °C nei settori più pianeggianti, che sono anche quelli più riparati dai temporali estivi provenienti dall'Appennino. L'anticiclone delle Azzorre e l'anticiclone subtropicale africano, garantiscono in tutta la Campania condizioni di tempo stabile e soleggiato per lungo tempo, e ad Avellino-Atripalda le temperature superano frequentemente i 35 °C, con alti tassi di umidità e un moderato disagio climatico.
    Il nucleo originario della città, Abellinum, si formò sulla collina della Civita, in territorio dell'odierna Atripalda a circa 4 km dal centro di Avellino. Testimonianze archeologiche attestano la presenza sulla Civita di un importante centro pre-romano, presumibilmente di origine etrusco-campana e di lingua osca, risalente almeno al IV secolo. Secondo recenti ricerche, suffragate da Edward Togo Salmon, l'antica città era al centro del territorio dei Sabatini, popolo sabello documentato da Tito Livio. Non è da escludere che tale centro avesse il nome di Velecha, attestato da numerose monete attribuite all'area campana. Fu conquistata dai Romani nel 293 a.C., che la sottrassero al dominio dei Sanniti nella sanguinosa battaglia di Aquilonia, durante le Guerre sannitiche che si verificarono tra il 343 a.C. e il 292 a.C. Sotto il dominio di Roma la città cambiò più volte denominazione (nell'ordine: Veneria, Livia, Augusta, Alexandriana e Abellinatium). La posizione geografica ha agevolato la nascita dei primi insediamenti: sin dall'antichità la valle del Sabato ha costituito una via naturale tra l'Irpinia e il Sannio. Nell'89 a.C. Silla occupò Pompei, Ercolano, Stabia, Eclano, Abella e Abellinum.

    Abellinum non costituiva ancora un vero e proprio centro urbano. Furono le truppe di Silla ad avviare l'edificazione di una vera città. Il Cardo e il Decumano, tipici elementi urbanistici romani, la suddividevano in quattro quadrati, ognuno dei quali conduceva alle quattro porte esterne. La città romana ha avuto un'importante sviluppo in età augustea, grazie alla realizzazione del grande acquedotto che dalle sorgenti di Serino arrivava a Bacoli, ove era situato il grande serbatoio destinato all'approvvigionamento della flotta romana (oggi denominato Piscina Mirabilis), dopo aver servito le principali città della Campania. Particolare importanza assunse Abellinum in età cristiana, nel corso della quale emerge la figura del grande vescovo Sabino, vissuto probabilmente fra la fine del V e l'inizio del VI secolo. Il centro è documentato fino alla metà del VI secolo, grazie all'importante patrimonio epigrafico rinvenuto negli anni ottanta-novanta nella basilica paleocristiana di Capo La Torre (centro storico dell'odierna Atripalda). Probabilmente l'antico centro sulla collina della Civita cessò di esistere a seguito delle guerre gotiche e della successiva occupazione bizantina. La popolazione si disperse sulle alture nei dintorni, dando origine a vari piccoli nuovi centri, fra cui, in epoca ancora incerta, la nuova Avellino, sulla collina della Terra, a 4 km in direzione ovest dalla Civita.
    Dopo che i Longobardi determinarono la fuga di parte (tesi minoritaria) o di tutti (tesi prevalente) gli abitanti di Abellinum, questi si dispersero sul territorio circostante. Parte di essi cominciò ad aggregarsi sulla collina Selleczanum, oggi nota come Terra, originando la nuova città di Avellino su uno sperone di tufo. Per secoli "intra civitatem" ed "intra moenia" coincisero, visto che la città di Avellino, all'epoca un piccolo borgo, era ricompresa entro il ristretto spazio in cima alla collina tufacea. Ciò perché invasioni, terremoti e pestilenze frenarono notevolmente la crescita demografica.[6] Avellino è stata fino all' 849 parte del Principato di Benevento, per diventare dopo la spartizione parte del Principato di Salerno, pur restando legata a Benevento sotto il profilo ecclesiastico, essendo la diocesi di Avellino tuttora suffraganea dell'arcidiocesi di Benevento. L'arrivo dei Normanni pose Avellino al centro di importanti avvenimenti: nel 1137 Innocenzo II e Lotario III nominarono Duca di Puglia Rainulfo di Alife, il conte di Avellino, per il contributo dato per fermare i primi tentativi di conquista del neoeletto (1130) Re di Sicilia Ruggero II. Due anni dopo, però, in seguito all'improvvisa morte di Rainulfo, con la città rimasta senza l'appoggio di Papa e Imperatore, Ruggero II riunificò il Regno di Sicilia, annettendovi il Ducato di Puglia e il Principato di Capua. Nei decenni successivi, la città passò al conte Riccardo dell'Aquila, dunque ai Paris, ai Sanseverino, a Simone di Montfort, ai del Balzo, ai Filangieri de Candida. Dal 1287 al 1581 fu capoluogo del Principatus ultra serras Montorii.
    Nel 1512 divenne contessa di Avellino Maria de Cardona, che è la più grande figura femminile nella storia della città. Sotto la sua guida Avellino divenne uno dei poli culturali più importanti del regno e riuscì a trarre quanti più vantaggi possibili dalla strategica posizione della città nei collegamenti tra la Puglia e Napoli e tra Benevento e Salerno, riuscendo a far tornare Avellino un crocevia dei commerci fiorente da dopo la caduta della città romana. Per far sviluppare l'economia cittadina ed i propri commerci, la contessa, con l'aiuto di suo marito Francesco d'Este e con il bene placito di sua maestà Carlo V, istituì il giorno di mercato franco, ottenne il permesso di realizzare una fiera annuale, costruì due ferriere nella contea e fece avviare un programma di riordino edilizio ed amministrativo, infatti venne formato nel 1548 un precursore di un consiglio comunale (detto ordine dei deputati) e comparì per la prima volta la carica di sindaco; queste riforme prepararono l'avvento poi della dinastia dei Caracciolo verso la fine del secolo. Il risultato più evidente della guida lungimirante della contessa de Cardona è il boom demografico cui la città andò incontro, che passò dai 1000 abitanti nel 1532 ai 1600 abitanti nel 1561, due anni prima della sua morte.
    Negli anni dal 1581 al 1806 divenne feudo dei Caracciolo ed in tale periodo la città conobbe una lunga stagione di crescita demografica, di espansione urbanistica e di progresso economico. In questo periodo, si affermò la produzione della lana: i pregiati panni di Avellino dal tipico colore azzurro carico. Il commercio trovò una sede monumentale nella Dogana dei grani. Durante il primo secolo della loro Signoria, i Caracciolo ampliarono il Castello fino a farne diventare un punto di riferimento per poeti e viaggiatori. La peste del 1656 costituì nulla più che una battuta d'arresto. Nel Settecento, infatti, la città comincò ad assumere l'odierna conformazione urbana: i principi Caracciolo abbandonarono il Castello, si trasferirono in una nuova residenza, il Palazzo Caracciolo, attuale sede dell'amministrazione provinciale, e avviarono i lavori per la creazione del corso principale della città.
    Con l'abolizione del feudalesimo, nel 1806 il capoluogo di provincia del Principato viene riportato dalla vicina Montefusco ad Avellino. La città fu una delle sedi dei moti del 1820-1821. La diffusione, nel marzo 1820, anche nel Regno di Napoli, della conquista in Spagna del regime costituzionale contribuì notevolmente ad esaltare gli ambienti carbonari e massonici. A Napoli, la cospirazione (la quale non si pose mai l'intento di rovesciare il re, ma solo di chiedere la costituzione) prese subito vigore e coinvolse anche alcuni ufficiali superiori, come i fratelli Florestano e Guglielmo Pepe, Michele Morelli, capo della sezione della carboneria di Nola cui si affiancarono Giuseppe Silvati, sottotenente, e Luigi Minichini, prete nolano dalle idee anarcoidi. La notte tra il 1º e il 2 luglio 1820, la notte di San Teobaldo, patrono dei carbonari, Morelli e Silvati diedero il via alla cospirazione disertando con circa 130 uomini e 20 ufficiali. Il giovane ufficiale Michele Morelli, sostenuto dalle proprie truppe, procedeva verso Avellino dove lo attendeva il generale Guglielmo Pepe.

    Il 2 luglio, a Monteforte, fu accolto trionfalmente. Il giorno seguente, Morelli, Silvati e Minichini fecero il loro ingresso ad Avellino. Accolti dalle autorità cittadine, rassicurate del fatto che la loro azione non aveva intenzione di rovesciare la monarchia, proclamarono la costituzione sul modello spagnolo. Dopodiché gli insorti passarono i poteri nelle mani del colonnello De Concilij, capo di stato maggiore del generale Pepe. Questo gesto di sottomissione alla gerarchia militare, provocò il disappunto di Minichini che tornò a Nola per incitare una rivolta popolare. Mentre la rivolta si espandeva a Napoli, dove il generale Guglielmo Pepe aveva raccolto molte unità militari, il 6 luglio, il re Ferdinando I si vide costretto a concedere la costituzione. Dopo pochi mesi, le potenze della Santa Alleanza, riunite in congresso a Lubiana, decisero l'intervento armato contro i rivoluzionari che nel Regno delle Due Sicilie avevano proclamato la costituzione. Si cercò di resistere, ma il 7 marzo 1821 i costituzionalisti di Napoli comandati da Guglielmo Pepe, sebbene forti di 40.000 uomini, furono sconfitti a Rieti dalle truppe austriache. Il 24 marzo gli austriaci entrarono a Napoli senza incontrare resistenza e chiusero il neonato parlamento. Dopo l'Unificazione della Penisola lo Stato italiano tagliò fuori la città dalle principali vie di comunicazione, impedendone lo sviluppo.
    Il 14 settembre 1943 intorno alle 11:10 del mattino la città fu pesantemente bombardata dagli Alleati nel tentativo di bloccare la ritirata delle truppe naziste nei pressi dello strategico ponte della Ferriera. Durante l'attacco anglo-americano persero la vita più di 3.000 persone, circa un cittadino avellinese su otto, e furono duramente colpite piazza del Mercato, il palazzo vescovile e alcuni edifici religiosi e abitativi.
    Il 23 novembre del 1980 un sisma di magnitudo 6,9 devastò il territorio della Campania centrale e della Basilicata centro-settentrionale. Parecchi comuni della provincia furono colpiti ed in particolare il comune di Avellino contò 82 vittime e notevoli danni.

    Il carnevale in Irpinia ha una tradizione antichissima. Il periodo, storicamente, prende il via il 17 gennaio, giorno in cui il calendario romano ricorda la figura di Sant'Antonio Abate. Le rappresentazioni del Carnevale in Irpinia hanno una loro connotazione strettamente legata al territorio, momenti di folklore che richiamano antichi riti della civiltà contadina, usi e costumi che, nel tempo, si sono tramandati di generazione in generazione.

    Il clou della festa si svolge, normalmente, nel mese di febbraio allorquando, seguendo la tradizione, in quasi tutti i paesi si svolgono manifestazioni ad hoc, alle quali si registra ampia partecipazione della popolazione allo svolgimento delle rappresentazioni.

INFO&CONTACT

NEXT EVENTS

LAST EVENTS

AVELLINO

CORDE: MANNARINO..
CAMPANIA - DATE: 23/08/2015 - START: 22:00
PHOTO EVENT NOT PRESENT