sto qui
“sono contento della nascita di un Club simile nella mia città, e ancora di più che non sparisca - grazie ad imprenditori della Versilia che sbarcano per la prima volta a Firenze - un altro pezzo di clubbing in una città che già ne ha persi troppi, perché penso che la Cultura del Divertimento debba avere spazi ed essere supportata, come nelle città europee più visionarie (Berlino su tutte) anziché osteggiata e cancellata, purché apporti valore, creatività e principi positivi.
Un Club nato nel 1958, creato da una persona che la Firenze della notte si ricorda bene e con affetto, mr Cecconi che firmò insieme ai vari Casodi, Jacomelli, Ciuti, Cherici e altri imprenditori quasi tutti i locali della Firenze di quei tempi.
Posto nelle cantine del Palazzo Baldini a pochi passi da Piazza Santa Croce e Piazza Signoria godrà di un corposo restyling estetico, rendendolo un locale esclusivo, elegante ma di tendenza.
Non inseguiremo numeri e consensi attraverso le dinamiche social ma creando la nostra fan base attraverso quello che presenteremo, e un passaparola mirato.
Un House Club di circa 400 metri quadri in cui sono passati personaggi come Kevin Spacey, Renato Zero, Vittorio Gasman, Paolo Villaggio, Francesco Nuti, Kim Rossi Stuart, Steve Norman (Spandau Ballet), Geena Davis e molti altri artisti che sceglievano il Full Up come post serata dei loro show nei Teatri fiorentini o nelle loro vacanze.
Penso a Firenze possa esserci posto per un Club così, che si posizioni tra i locali di massa e quelli più di nicchia; un Club dove non si passa da un genere musicale all’altro per ricercare grandi numeri, ma si concentra e sviluppa esclusivamente nel variegato mondo della musica elettronica.
Una sorta di Member Club alla maniera di quelli londinesi di Soho.
Ho vissuto la Firenze degli anni ‘90 quando la città era invasa da decine di piccoli club come il Plegyne, Rockafe, Tabasco, exMud, Maramao e i tanti altri che rendevano la città viva,