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MARCO BAGNOLI
La Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile
secondo cortile
10 ottobre 2015 – 29 febbraio 2016
Preview per la stampa: 8 ottobre, ore 12:00
Inaugurazione: 9 ottobre, ore 19:00
Nell’ambito di L’ALBERO DELLA CUCCAGNA. Nutrimenti dell’arte
A cura di Achille Bonito Oliva
Con il patrocinio di EXPO Milano 2015
Si ringrazia Seda International Packaging Group Seda
Dall’inizio degli anni Settanta la pratica artistica di Marco Bagnoli
(Empoli) si articola fra disegno, pittura, scultura, installazione ambientale e
sonora, unendo fra loro, in una pervasiva sintesi, dato estetico ed enunciato
scientifico, teorie della visione e del colore e ricerca iconologica, antichi
saperi e una sospesa, mobile esperienza dello spazio e del tempo, in cui
l’opera esplora la ramificazione del pensiero fino a divenire matrice di
conoscenza, sia razionale che intuitiva.
L’intervento di Marco Bagnoli al museo Madre di Napoli, intitolato La
Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile, rientra
nell’ambito del progetto L’ALBERO DELLA CUCCAGNA. Nutrimenti
dell’arte, a cura di Achille Bonito Oliva e con il patrocinio di EXPO
Milano 2015, che sarà presentato in simultanea su tutto il territorio
nazionale il 10 ottobre, in occasione della XI Giornata del Contemporaneo
AMACI-Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani,
articolandosi in vari interventi presso musei pubblici e fondazioni private.
Il progetto di Marco Bagnoli al Madre ha ricevuto inoltre il supporto di
Seda International Packaging Group.
Una prima versione dell’opera La Voce fu realizzata dall’artista nel 1974-
75, nella forma di una scala a pioli incastrata nel muro del suo studioabitazione
milanese, attraversandolo diagonalmente: “scendendo e
ascendendo”, l’opera stabiliva un arco lineare e un ponte ideale rivolto
“all'empireo” (Germano Celant) quanto al terrestre, all'immateriale quanto
al materiale, coniugando esperienza fisica e dimensione metafisica: i pioli
della scala si allontanavano e si avvicinavano secondo un diagramma
prospettico in tralice, una scala di toni armonici, di frequenze convergenti
verso un punto visivo esterno e all'infinito. Nella successiva versione
realizzata in ferro, la scala si appoggiava invece su un unico punto, che
rendeva l'ascensione oggettivamente instabile, ma simbolicamente solida
per l’utilizzo di un materiale come il ferro. Allestita da Adachiara Zevi nel
2009 presso gli scavi di Ostia Antica, La Voce assunse occasionalmente il
simbolo della scala di Giacobbe disegnando ai lati 72 nomi di angeli. Nella
nuova versione presentata al Madre, l’opera cambia nuovamente
conformazione, sviluppandosi dall’interno della sala collocata nel
secondo cortile del museo, fino a travalicarne il tetto ed espandersi
nell’ambiente esterno. Appoggiata sul dispositivo luminoso di una
"macchina stanca", come scrive l’artista, la voce è emessa da un’ampolla
e si dilatata in un riverbero sonoro che confluisce, attraverso il
prolungarsi della raggiera dei pioli della scala, in un punto esterno alla
stanza, dove è disposto il Sonovasoro (“sono vaso oro”, o “vaso
sonoro”). Il testo emesso dall’opera è costituito, in relazione al tema della
mostra L’ALBERO DELLA CUCCAGNA. Nutrimenti dell’arte, dal “menù
di un pasto napoletano, scandito secondo un ordine matematico e
combinatorio di pietanze che, alla fine, prolifera senza sosta: ogni
parola è un lampo” (Marco Bagnoli).
Alcune fra le più prestigiose istituzioni museali italiane e internazionali
hanno dedicato all’artista mostre personali, fra cui il Castello di Rivoli-
Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli-Torino (2000, 1992), l’IVAM di
Valencia (2000), il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato
(1995), il Magasin-Centre National d’Art Contemporain di Grenoble
(1991), il Museo d’Arte Contemporanea di Lione (1987), il Centre d’Art
Contemporain di Ginevra (1985), il De Appel di Amsterdam (1984, 1980).
Insieme alla partecipazione a X Biennale de Paris, Parigi (1976), Biennale
di Venezia, Venezia (1982, 1993, 1997), Documenta, Kassel (1982, 1992)
e Sonsbeek, Arnhern, (1986), l’artista è intervenuto, con opere site specific,
in luoghi di eccezionale valore artistico e architettonico come, fra gli altri,
la Cappella dei Pazzi, la Sala Ottagonale della Fortezza da Basso, la Chiesa
di San Miniato al Monte e il Giardino di Boboli a Firenze, o le sale del
Palazzo Pubblico a Siena.