I 10 CIBI PIù AMATI A NATALE

DAL PIEMONTE ALLA SICILIA, LE TAVOLE ITALIANE DEL GIORNO DI NATALE SONO PERCORSE DA UN UNICO FILO ROSSO, QUELLO DELLA TRADIZIONE.

pubblicato da Flavia Di vincenzo

Se Capodanno rappresenta per molti l’occasione per sperimentare pietanze nuove, il Natale da Nord a Sud della Penisola è legato alla memoria, al piacere di riscoprire ogni volta la storia gastronomica del nostro Paese e di farla conoscere ai più piccoli.

Anche se ogni regione ha un proprio menù, vari cibi, pur con qualche variante, sono consumati in diverse località. Ecco i dieci natalizi più diffusi nelle cucine del Bel Paese.

Cappelletti in brodo - Primi piatti tipici - Emilia Romagna

1. Tortellini in brodo

In Emilia Romagna, patria della pasta fatta in casa, a Natale non può mancare un buon piatto di tortellini con la classica sfoglia all’uovo, ripieni di carne (macinato di maiale e vitello), mortadella, prosciutto, uova, parmigiano, noce moscata e cotti in brodo di cappone. Con il nome di cappelletti, sono il piatto forte del 25 dicembre anche in Umbria, Marche, Toscana e Lazio.

Nahaufnahme einer italienische Lasagne

2. Lasagna

Alla bolognese, con carne macinata e besciamella, alla napoletana, con ricotta, sugo, fior di latte e polpettine, la lasagna è un piatto che a Natale è scelto da numerose famiglie, in ogni angolo della Penisola.

minestra maritata

3. Minestra maritata

Il “matrimonio” tra carne e verdura è alla base di questo piatto, risalente all’epoca della dominazione spagnola nel Regno di Napoli. Nel 1628 Bartolomeo Zito, nei commenti al poemetto epicomico Vaiasseide di Giulio Cesare Cortese, riporta una ricetta particolarmente ricca, a base di ossa di prosciutto, cappone, gallina, vitello, salsicce, piccole scarole, borragine, cicoria, broccoletti e verza. Tra le fasce meno abbienti era frequente l’uso delle parti meno nobili del maiale, come guance e orecchie.

Ancora oggi la minestra maritata è presente sulle tavole natalizie della Campania e della Calabria – qui con l’aggiunta dei fagioli –, ma molto spesso seguendo procedimenti più leggeri di quello originale, scegliendo, ad esempio, soltanto carne di gallina e manzo ed escludendo le parti di scarto del maiale.

merluzzo fritto

4. Baccalà

Principe delle tavole natalizie, il baccalà è consumato in numerose regioni nel cenone del 24 dicembre. È preparato in moltissimi modi: fritto in Lazio e Campania, in umido – con pomodorini, olive nere, aglio e capperi – in Puglia, lesso in Basilicata, con uvetta, origano, pinoli e noci in Molise, con la polenta in Veneto.

Lammbraten

5. Abbacchio

È il piatto forte della tavola romana nel giorno di Natale. L’abbacchio è un agnello cotto in forno con olio, aglio, salvia, rosmarino e vino bianco, servito con una crema di aglio, acciughe, aceto di vino bianco e olio.

L’agnello, cucinato in altri modi, si consuma anche in Abruzzo (arrostito), in Puglia (al forno e servito con i lambascioni, cipolline selvatiche), Sicilia e Sardegna (con le patate).

chapon

6. Cappone

Ripieno in Lombardia e Toscana, bollito in Umbria e Liguria, arrosto in Piemonte e Marche, il cappone è diffusissimo sulle tavole natalizie dell’Italia settentrionale e centrale.

Anguilla fritta Bisata frita - secondi di pesce Veneto

7. Capitone

Con questo nome si indica la femmina dell’anguilla, di grandi dimensioni. Immancabile nel menù della Vigilia in Molise – cucinato in umido, con alloro e aglio –, in Campania e Lazio, dove nonostante il suo elevato contenuto di grassi è fritto e servito caldissimo.

Brovada e musetto - Cucina friulana

8. Brovada e muset

Diffusa nel Friuli Venezia Giulia, è una pietanza a base di rape (le “brovade”) bianche macerate per novanta giorni nella vinaccia – la buccia dell’uva – e poi cotte con il loro liquido, alloro e con un soffritto di aglio, lardo e rosmarino. Le rape accompagnano il musetto, caratteristico cotechino friulano formato dalle parti della testa del maiale, tra cui il muso.

Knodel al gorgonzola - Primi Trentino Alto Adige

9. Canederli

Tipici del Trentino Alto Adige, sono polpettine di pane raffermo, speck, uova, latte, farina, pancetta e salame, cotte in brodo oppure servite con burro fuso e formaggio o ragù di carne.

insalata di cavolfiore tavolo grigio sfondo verde

10. Cavoli

Il cavolfiore è protagonista del cenone della Vigilia nel Lazio, dove è consumato in pastella, e in Campania, come ingrediente della cosiddetta “insalata di rinforzo” insieme a olive nere, capperi e “papaccelle” (peperoni piccoli sott’aceto).

 

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