‘MUSICA AUTOMATA’: LA PIù GRANDE ORCHESTRA DI ROBOT DEL MONDO.

COMPOSTA DA OLTRE 60 STRUMENTI E A DIRIGERLA è UN COMPUTER PORTATILE CHE CON IL SUO SOFTWARE TRASMETTE AD OGNUNO DI LORO, SOTTO FORMA DI MESSAGGI DIGITALI, LE INDICAZIONI SULLA PARTITURA DA ESEGUIRE.

pubblicato da Flavia Di vincenzo

E' pronta al debutto la più grande orchestra di robot del mondo: è composta da oltre 60 strumenti e a dirigerla è un computer portatile che con il suo software trasmette ad ognuno di loro, sotto forma di messaggi digitali, le indicazioni sulla partitura da eseguire. ‘Musica Automata’ è il nome del nuovo progetto di Leonardo Barbadoro compositore e producer fiorentino conosciuto anche sotto il nome Koolmorf Widesen. Si tratta di un album scritto per un'orchestra costituita interamente da robots che fanno parte della Logos Foundation di Gent in Belgio. Musica Automata non è una semplice composizione musicale ma una vera e propria esperienza multisensoriale, durante la quale lo spettatore potrà sentire e osservare i robots, e trovare la correlazione tra il movimento dello 'strumento-robot' ed il suono.

L'esecuzione musicale dei robot, grazie alla sua estrema precisione, "può superare su molti fronti quella di un musicista tradizionale, e dunque introdurre nuove possibilità espressive mai sperimentate finora", dice il compositore. I robot non si limitano però a una mera riproduzione artificiale. "E' la musica a guidare lo strumento e non il contrario. Si tratta infatti di un'esecuzione - conclude - che è comunque frutto di una mente umana, anche se priva del contatto umano diretto con lo strumento, il che significa che una volta elaborata e tradotta in linguaggio digitale, la musica viene eseguita dai robot senza perdere il suo valore artistico".Il progetto verrà finanziato sul sito Kickstarter fino al 18 Luglio, dove sarà possibile acquistare l’album in vinile, CD e digital download.

Il compositore racconta di aver lavorato inizialmente a distanza incontrando non poche difficoltà, quando si scrive musica per un pianoforte si può immaginare come suonerà, ma per alcuni strumenti inusuali che hanno alcuni controlli particolari è difficile scrivere a distanza. Nel caso del pianoforte come variabili si ha solo la pressione sui tasti, altri strumenti hanno tantissimi parametri diversi e va tutto scritto su un computer, quindi non avendo un feedback diretto non è così semplice.

È un tipo di musica particolare, con i robot si possono fare cose che non sono possibili per un performer umano.

Il fatto sorprendente è che sono strumenti acustici veri e propri, si sentono e si vedono suonare in uno spazio vero, non sono dei campioni di una libreria dentro a un computer. Il suono è sempre leggermente diverso, mentre uno strumento digitale ripete sempre la stessa nota tale e quale.  

Sicuramente uno degli obiettivi è ottenere qualcosa che è impossibile realizzare con un performer umano, riuscendo a dimostrare che chi scrive la musica per questi robot riesce a dargli un’espressività di un certo tipo.

E’ chiaramente grande l’emozione nella comunità scientifica, affiancata dalla perplessità e scetticismo degli amanti della musica, nonché di alcuni maestri. Che esista la concreta possibilità che la macchina sostituisca l’uomo? La risposta per ora pare essere negativa, perché la perfezione nell’esecuzione non sostituirà mai la magia di un direttore che dirige la sua orchestra in carne ed ossa.