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GOLDEN GLOBE 2016, TRIONFA THE REVENANT

LA PELLICOLA DI INARRITU VINCE NELLE CATEGORIE PIU' PRESTIGIOSE DI FILM, REGIA E ATTORE PROTAGONISTA. DI CAPRIO PUNTA DI NUOVO ALL'OSCAR.

pubblicato da Benny Quinto

È la notte di The Revenant ai Golden Globe 2016, consegnati domenica 10 gennaio al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles. Il brutale film di Alejandro González Iñárritu (nelle sale italiane dal 16 gennaio) ispirato alla vita del cacciatore Hugh Glass porta a casa le ambite statuette di miglior film, regia e attore protagonista (Leonardo DiCaprio) alla 73esima edizione dei premi, assegnati ogni anno dall'associazione della stampa straniera.Il regista messicano punta di nuovo all'Oscar, dopo il trionfo dell'anno scorso con Birdman. E questa volta potrebbe arrivare anche il tanto atteso riconoscimento a DiCaprio, accolto con una standing-ovation (d'altra parte, se neanche mangiare il fegato crudo di un bisonte basta a convincere l'Academy, forse è il caso di rinunciarci). A sorpresa, miglior attrice protagonista in un film drammatico è Brie Larson per Room, che batte Cate Blanchett (Carol). Inaspettata anche la vittoria di Kate Winslet come attrice non protagonista per il suo ruolo in Steve Jobs. La pellicola sul fondatore della Apple porta invece a casa, come previsto, il globo alla miglior sceneggiatura, vinto da Aaron Sorkin. The Martian di Ridley Scott (che ricorda il fratello Tony, mancato nel 2012) si aggiudica i globi alla migliore commedia (anche se la categoria è discutibile) e attore protagonista, Matt Damon. Mentre Jennifer Lawrence è la migliore attrice protagonista per Joy, la sua terza collaborazione con il regista David O. Russel dopo Il lato positivo e American Hustle L'Italia c'è con il Golden Globe alla migliore colonna sonora vinto da Ennio Morricone per The Hateful Eight, di Quentin Tarantino, salito sul palco per ritirare il premio al posto del compositore, assente alla serata.

Fra gli altri premiati nelle categorie cinematografiche, Sylvester Stallone miglior attore non protagonista per Creed, Inside Out migliore pellicola animata e l'ungherese Son of Saul miglior film straniero. Denzel Washington, accompagnato dalla famiglia, ritira il Cecil B. DeMille Award alla carriera. Si commuove, ma ha qualche problema a leggere il discorso perché dimentica gli occhiali da vista. Tornano a casa senza statuette Carol e Spotlight. Rimane a mani vuote anche la brava Alicia Vikander, candidata come non protagonista per Ex-Machina e protagonista per The Danish Girl (ma a consolarla c'è Michael Fassbender). Presenta la cerimonia il comico britannico Ricky Gervais, che torna per la quarta volta al timone dei Golden Globe, dopo le ultime tre edizioni presentate da Tina Fey e Amy Poehler. Famoso per le sue battute scomodissime e politicamente scorrette (con conseguenti polemiche e svariate faide), Gervais non si smentisce neanche quest'anno. Birra sempre in mano, se la prende con tutti. Zittisce di continuo gli attori in sala ed esordisce: «Farò questo monologo e poi andrò a nascondermi, nemmeno Sean Penn mi troverà». Prende in giro il cambio di sesso di Bruce Jenner, i vestiti da donna di Jeffrey Tambor in Transparent (che non pare divertirsi), la lotta delle attrici di Hollywood per avere compensi pari ai colleghi. Uno dei momenti più bizzarri è il faccia a faccia con Mel Gisbon, già preso di mira nel 2010 per i suoi problemi con l'alcool. Domenica sera lo presenta così: «Preferirei bere un drink con Mel Gibson piuttosto che con Bill Cosby». Gervais riesce a mietere vittime perfino fra gli assenti, quando presenta Matt Damon come «l'unica persona a cui Ben Affleck è rimasto fedele». Il premio alla coppia di presentatori più hot va a Ryan Gosling e Brad Pitt, quello ai più simpatici va ex aequo a Mark Wahlberg e Will Farrell e a Jennifer Lawrence e Amy Schumer. D'ora in poi, chiamatele J. Jaw e Amy Shu.

FONTE: vanityfair.it