COME FUNZIONA SURFACE HUB, IL MEGA SCHERMO MICROSOFT

A POCHI GIORNI DAL LANCIO MONDIALE, IL DISPOSITIVO DELLA CASA DI REDMOND DEDICATO ALLE AZIENDE è DISPONIBILE ANCHE DA NOI

pubblicato da Benny Quinto

Dopo più di un anno dal primo annuncio (e qualche ritardo) fa il suo debutto anche in Italia Surface Hub, il mega schermo Microsoft basato su Windows 10 e pensato per la collaborazione tra team e colleghi. Il dispositivo all-in-one arriva sul mercato nelle promesse due edizioni con display da 55 e 84 pollici di diagonale, con differenze in termini di specifiche tecniche che riguardano solo gli schermi touch da 100 punti di input (Full HD nel primo caso, 4K nel secondo) e i processori (Intel Core i5 e i7 di quarta generazione). Per il resto le due varianti sono identiche, e per capire come funzionano ci abbiamo passato qualche minuto durante una dimostrazione che si è tenuta al centro congressi MiCo, nella capitale lombarda, in occasione del Microsoft Forum. In effetti, anche se all’interno di Surface Hub batte il cuore di Windows 10, l’interfaccia dei nuovi dispositivi non è identica a quella che accoglie gli utenti su un qualunque PC. Il perno attorno al quale ruota l’esperienza dell’Hub è la suite di strumenti cloud della casa di Redmond: da Skype for Business utilizzato per le chiamate in videoconferenza a Office per la condivisione e la modifica di documenti in collaborazione con i colleghi nella stessa stanza o in videoconferenza. Inoltre non esiste un desktop, il menù Start è presente in versione ridotta, al posto delle finestre troviamo le app affiancabili (come su tablet) e a scandire il ciclo di utilizzo del dispositivo sono le riunioni tra i dipendenti dell’azienda. Surface Hub infatti è pensato per gli spazi pubblici, come sale riunioni utilizzate in condivisione e a turno dagli impiegati sul posto di lavoro. Per questo motivo al termine di ogni sessione il dispositivo si prepara per un nuovo meeting riavviandosi e cancellando i dati registrati durante la riunione precedente (dopo averli inviati eventualmente tramite Outlook ai partecipanti): chi ha bisogno di reperire documenti o materiale da mettere in condivisione coi colleghi può farlo tramite la propria memoria USB o online, tramite OneDrive. Le videochiamate con Skype funzionano tramite quattro microfoni e due videocamere periferiche posizionate sulla cornice dello schermo e all’altezza degli occhi, che si alternano per seguire il relatore della riunione, mentre la lavagna interattiva — app chiave per il brainstorming e la collaborazione — registra l’input delle penne e del tocco e accoglie per la modifica schermate da tutte le app installate, che si tratti del browser Edge o di qualunque Universal Windows App sviluppata da terzi. Quest’ultimo formato è l’unico supportato nativamente da Surface Hub, mentre tutte le vecchie app scritte per le versioni di Windows meno recenti vanno eseguite con l’ausilio di un PC esterno. Quest’ultimo avrà il compito di eseguirle, per poi proiettarle sul mega schermo tramite cavo o in wireless sfruttando il sistema Miracast. In questa modalità Surface Hub diventa una sorta di display aggiuntivo a disposizione di tutti i partecipanti alla riunione, capace di comandare l’applicazione in esecuzione dal computer collegato: i tocchi sullo schermo touch vengono registrati come se fossero effettuati sul PC, e allo stesso modo avviene per l’input in arrivo dalle penne e della tastiera inclusa e collegata in Bluetooth. Surface Hub non è un computer extra large inteso in senso classico, ma un dispositivo molto diverso. Microsoft l’ha sviluppato con in mente grandi cose, ma è chiaro che non si tratta di un prodotto per tutti. Intanto perché chiunque voglia impiegarlo per la propria azienda deve avere anche intenzione di affidarsi completamente all’infrastruttura cloud messa in piedi da Microsoft, senza la quale Hub ha poco senso di esistere. E poi perché il prezzo non è basso: ben 10699 euro per la versione da 55 pollici e 25699 per quella da 84.

FONTE: wired